A TRENTO UN PROTAGONISTA DELL’ARTE MITTELEUROPEA

Albrecht Dürer nato a Norimberga nella seconda metà del Quattrocento è stato  un vero protagonista dell’arte rinascimentale mitteleuropea. Fu incisore, pittore e teorico. Importanti furono i suoi viaggi in Italia e gli scambi avviati sul tema del ritratto, anche per la concezione realistica e psicologica poi adottata da Tiziano, e soprattutto del paesaggio, al quale l’artista tedesco si avvicinava con una curiosità scientifica pari  solo a quella di Leonardo. Per valutare l’influsso dei modi narrativi diffusi dalle sue incisioni basti ricordare quanti prestiti dalla serie della Passione e della Vita della Vergine si possono scoprire nei più celebrati cicli rinascimentali.

 L’Adorazione dei Magi che l’artista realizzò nel 1504  per il principe Vescovo di Trento è un capolavoro che coniuga  modelli nordici e citazioni italiane. Dürer a questa data aveva infatti compiuto il suo primo viaggio in Italia, conosceva quindi sia l’arte antica che quella italiana. Il re con la barba inginocchiato ricorda Leonardo, in particolare il  Mago e anche la figura di vecchio che si sporge, entrambi dell’Epifania degli Uffizi. Leonardesco è anche il re di profilo nel quale sono state rintracciate le sembianze dello stesso Dürer.

 Il Castello del Buonconsiglio sceglie in occasione del Centenario del museo  non a caso, quindi un grande nordico, Albrecht Dürer, come protagonista di una rassegna a lui dedicata. Il Castello del Buonconsiglio è stato la sede dei principi vescovi di Trento e in particolare è famoso perché ha  ospitato nel XVI secolo il Concilio di Trento. Nel 1924, dopo un’attenta azione di recupero, Giuseppe Gerola inaugurò il museo all’interno del castello: primo soprintendente italiano, Gerola riportò a Trento numerose opere d’arte trasferite in Austria durante il periodo asburgico. Da allora, il museo si è arricchito di nuove acquisizioni, arrivando a conservare più di 120mila opere.

Dürer scoprì Trento e il Trentino negli anni 1494-95, restando affascinato dai paesaggi e dalle atmosfere di questi luoghi e ne  catturò l’essenza in una celebre serie di acquerelli.

“Dürer e le origini del Rinascimento nel Trentino”, dal 6 luglio al 13 ottobre, al Buonconsiglio, rivive quel viaggio e  quel vivace momento della storia dell’arte di una terra tra i monti. La mostra è stata promossa dal museo del Castello del Buonconsiglio, in collaborazione con l’Università di Trento e la Soprintendenza per i beni culturali.  Ha la curatela  di Bernard Aikema, Laura Dal Prà, Giovanni Maria Fara e Claudio Salsi.

Nell’esposizione, la presenza di Dürer in Trentino è ricordata da disegni e acquerelli fra cui spicca  la singolare veduta  del Castello del Buonconsiglio proveniente dal British Museum. Partendo dallo spettacolare “caso Dürer”, il percorso espositivo si estende poi ad indagare le origini di quel Rinascimento che si sviluppa in Trentino tra 1470 e 1530/40.

Il Trentino e il Tirolo meridionale annoveravano alcune sedi episcopali (Bressanone, Trento) e commerciali (Bolzano) che costituivano dei poli attrattivi di prim’ordine. Piccola enclave autonoma nel mezzo delle potenze dell’epoca, qui nacque  un laboratorio di innovative soluzioni artistiche, in un’epoca – i decenni attorno al 1500 – di intensa trasformazione artistica e culturale in tutta l’Europa. La mostra indaga la presenza di artisti tedeschi a Trento, come documentato anche dall’impressionante Crocifissione di Sisto Frey nel Duomo cittadino.


Un particolare focus la rassegna lo dedica alla figura del grande principe vescovo Bernardo Cles (1485-1539), promotore della costruzione e decorazione del Magno Palazzo al Castello del Buonconsiglio, consigliere di Massimiliano I e poi membro della dieta imperiale di Carlo V e  suo gran cancelliere. Egli impiegò non soltanto artisti italiani, ma si fece ritrarre da pittori come Bartholomäus Bruyn, o da medaglisti come Hans Schwarz, e coinvolse maestri come Dill Riemenschneider, accanto a Romanino, Dosso e Fogolino.

Un ulteriore approfondimento viene dedicato al ruolo dell’imperatore Massimiliano I per il quale Dürer prestò servizio. Massimiliano si fece proclamare Re dei Romani proprio il 4 febbraio 1508 a Trento con una sfarzosa cerimonia e il vescovo Neydeck volle che la circostanza fosse ricordata nelle portelle dell’organo di Santa Maria Maggiore dipinte da Falconetto.

“Dürer e il Rinascimento nelle Alpi” riunisce quasi un centinaio fra opere su carta, dipinti, sculture e arti applicate nelle varie tecniche eseguiti da importanti artisti come Albrecht Dürer, Alvise Vivarini , Bartolomeo Dill Riemenschneider, Jorg Artzt, Max Reichlich, Michael Pacher, Girolamo Romanino ed altri ancora, provenienti da grandi istituzioni museali. Attraverso le loro opere sarà possibile cogliere, nelle varie declinazioni personali, la nuova sensibilità religiosa, l’interesse per l’individuo, la riflessione sul paesaggio e  la sensibilità artistica di un territorio ‘a cerniera’ tra mondo tedesco e mondo italiano.

                                                         Patrizia Lazzarin