LA TERZA DIMENSIONE  AL  NOVECENTO DI FIRENZE

La terza dimensione  è il titolo dell’opera che MP5 ha realizzato su invito del direttore Sergio Risaliti per celebrare il decimo compleanno del Museo Novecento di Firenze. Essa è un’opera che si distingue per una raffinata ed espressiva iconicità.  

Si svolge come un lunghissimo nastro di figure in bianco e nero dipinte direttamente sulle pareti dei due loggiati dell’istituzione fiorentina, tra piano terra e primo piano. Un mondo si snoda, nascendo alla luce e dalla luce, come una lunga partitura, una coreografia di corpi, un fregio  che per dimensioni ricorda gli affreschi michelangioleschi sulla volta della Cappella Sistina.

La potenza comunicativa del lavoro di MP5 è nota in Italia e nel mondo. È la sua cifra linguistica, così incisiva e radicabile e così riconoscibile e difficile da dimenticare. Un linguaggio  che raggiunge il cuore, parla alle moltitudine e mette in scena la sensualità dell’intimità e l’erotismo della differenza esibita con naturalezza.

Proveniente dalla scena artistica underground e nella controcultura europea, negli ultimi anni ha strettamente legato il suo lavoro a tematiche inerenti corpi e genere. Le sue opere sono state esposte in musei e gallerie tra cui La Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Centro Pecci di Prato, La Tour 13 di Parigi, Il Mattatoio di Roma, la galleria Wunderkammern di Milano, la galleria Lazarides di Londra, la Dopeness gallery di Taipei.

Ha realizzato opere pubbliche in Europa, Asia e Stati Uniti. Dal 2018 ha collaborato con Michela Murgia e Chiara Tagliaferri al progetto editoriale Morgana. Sono sue le immagini simbolo del movimento Non Una Di Meno.

La Terza Dimensione è un’opera unica suddivisa in due sezioni. La prima è una sequenza di figure dipinte rigorosamente in bianco e nero che occupano con una certa solennità le pareti circostanti il chiostro delle ex-Leopoldine, dall’alto in basso. Presentate in piedi e frontalmente una a fianco dell’altra, sembrano sospese e solenni in una sorta di limbo spaziale e temporale. La struttura è simile a quella dei fregi e delle composizioni classiche o medievali, come nella Teoria di Profeti, Vergini e Martiri nei mosaici di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna.

Come nelle opere antiche, ognuna di queste figure sembra abitare  lo spazio che le è stato assegnato, cogliendo appieno la sacralità del luogo, nei secoli dedicato alla lettura e alla preghiera.

Nel loggiato al piano superiore, la struttura paratattica lascia il posto a una coreografia a nastro intrecciato di figure legate le une con le altre che si sfiorano, si abbracciano, si baciano. Uno srotolarsi di desideri e di affettività senza interruzione, dove tutto è espresso in pienezza, con dolcezza e sincerità senza limitazioni e vergogna.

 Dalla giustapposizione dei due capitoli di questa narrazione di corpi e gesti, restituiti con pochi sintetici tratti di colore, si ha la chiara percezione di un movimento fisico e spirituale. Due coreografie speculari in dialogo tra loro, che compongono un unico spettacolo al cui centro viene posto il corpo di tutti, di ciascuno di noi.

Una terza dimensione quella del titolo che forse è un rimando al Rinascimento, di cui Firenze è stata il vivaio, o che invece proprio qui a Firenze vuole trasformarsi e rifondarsi in una nuova prospettiva non più antropocentrica e patriarcale ma trans-genere che possa riconoscere, includere e agire tutte le soggettività.

I corpi, da statici diventano campi dinamici, che si aggrovigliano mettendo in scena un movimento che restituisce la potenza dell’incontro fisico, della vicinanza, dell’esplorazione della propria soggettività e dei desideri più profondi. Sapere che ognuna di queste figure e di questi gesti è parte di un archivio di immagini estratte dalla filmografia porno ci fa capire come al centro della visione poetica di MP5 ci sia la bellezza del desiderio, la sacralità della soggettività e del suo corpo, la potenza dolce dell’amore che annulla la distanza tra ciò che è umano e ciò che è divino.

I corpi eterogenei di MP5 non parlano di consumo sessuale ma di erotismo e di affettività, di un nuovo ordine amoroso costruito da relazioni non omologate e non sottoposte, consciamente o inconsciamente, al regime punitivo dei condizionamenti sociali e culturali.

Il periodo dell’esposizione è dal 22 giugno al 20 ottobre 2024

                                                     Patrizia Lazzarin