ARTISTE A ROMA NEL PRIMO NOVECENTO

Questa mostra è stata ideata con lo scopo di restituire al visitatore uno spaccato della produzione artistica femminile nella Roma della prima metà del Novecento …  A lungo penalizzata dalla critica confacente allo status quo di un periodo storico in cui le donne andavano si emancipandosi, ma entro un regime dittatoriale che le relegava necessariamente in una posizione di inferiorità rispetto all’uomo e, in questo caso all’uomo artista.

Commenta così Giulia Tulino, una delle curatrici dell’esposizione Artiste a Roma. Percorsi tra Secessione, Futurismo e Ritorno all’Ordine che si aperta a metà giugno aRoma, al Casino dei Principi di Villa Torlonia e potrà essere vista  fino al 06 ottobre 2024.

Le ventisei artiste individuate sono state parte integrante, ed in alcuni casi protagoniste, della vita culturale dell’Urbe, all’epoca crocevia di differenti tendenze artistiche e luogo capace di accogliere voci molto diverse le une dalle altre. Si tratta di figure provenienti da contesti geografici e culturali vari, le cui vite rivelano spesso aspetti originali, precoci esempi di emancipazione femminile e la cui arte si distingue per una certa singolarità espressiva.

Costituiscono tra di loro sodalizi di arte e vita, assieme ai loro compagni e colleghi uomini, nei principali luoghi di ritrovo per l’arte e la cultura a Roma: gli studi di Villa Strohl-Fern, alle pendici di Villa Borghese, le nuove gallerie d’arte, i caffè letterari, le rassegne espositive pubbliche quali le Secessioni, le Quadriennali, le Biennali e le Sindacali romane.

Accanto a capolavori già presentati in altre occasioni, si propongono in questo percorso anche opere poco note o completamente inedite di artiste meno esplorate, restituendo itinerari biografici fino ad oggi ancora lacunosi.

L’esposizione è articolata in sei sezioni tematiche che evidenziano sia i mutamenti e la varietà dei linguaggi espressivi adottati dalle artiste, sia il denso contesto storico di riferimento che va dal 1915 agli anni che precedono e di poco seguono la seconda guerra mondiale.

Gli anni Dieci del ‘900 a Roma si caratterizzano per le mostre delle Secessioni e i diversi stili in esse rappresentati come espressionismo, divisionismo, Art Nouveau  e il consolidarsi del movimento avanguardistico del Futurismo. Durante il Ventennio si afferma invece un diverso orientamento, il Ritorno all’Ordine – caratterizzato dalla ripresa di canoni e temi classici accanto alle poetiche metafisiche di De Chirico – e alla successiva affermazione di componenti più espressioniste e realiste.

L’esposizione articolata in sei sezioni:

Tra Simbolismo e Secessione, Attraverso il futurismo, L’eredità del colore, Linguaggi del quotidiano tra Metafisica e Ritorno all’Ordine, Altri realismi e Nello sguardo di Ghitta Carell, 

propone un percorso che attraversa cinquant’anni densissimi di avvenimenti.

Sono circa 100  le opere tra dipinti, sculture e fotografie esposte nella rassegna.

Tra le artiste italiane e internazionali presenti in mostra figurano i nomi di Evangelina Alciati, Teresa Berring, Wanda Biagini, Edita Broglio, 

Benedetta Cappa Marinetti, Ghitta Carell, Katy Castellucci,

 Leonetta Cecchi Pieraccini, Angela Cuneo Jacoangeli, 

Deiva De Angelis, Emilia de Divitiis, Maria Grandinetti Mancuso, Bice Lazzari, Pasquarosa Marcelli Bertoletti, Costanza Mennyey, Vittoria Morelli, Marisa Mori, Adriana Pincherle, Milena Pavlovic Barilli, Eva Quajotto, Mimì Quilici Buzzacchi, Antonietta Raphaël, Virginia Tomescu Scrocco, Maria Immacolata Zaffuto, Emilia Zampetti Nava e Rouzena Zatkova.

L’esposizione, a cura di Federica Pirani, Annapaola Agati, Antonia Rita Arconti e Giulia Tulino, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è  organizzata in collaborazione con Sapienza Università di Roma, Dipartimento SARAS (Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo) e con Zètema Progetto Cultura.

Il catalogo della mostra è edito da De Luca Editori d’Arte.

                                                                  Patrizia Lazzarin