TRE CAPOLAVORI A VICENZA

Dentro la misteriosa Natura che ci avvolge, si muovono voci udibili, alcune silenziose, musiche mosse dal vento e dall’acqua, spiriti leggeri conoscitori di un alfabeto per leggere i significati dell’essere, quella sostanza che per noi  rimane ancora un enigma. Tre Capolavori a Vicenza, l’evento espositivo presentato oggi alla stampa, a Palazzo Trissino, nel comune di Vicenza, anticipa la mostra che si terrà nel maestoso salone della Basilica Palladiana, dichiarato patrimonio Unesco.

Dal 6 dicembre al 9 marzo 2025, gli studi e i disegni di Leonardo da Vinci, la pala con l’Alluvione del Colmeda di Jacopo da Bassano e la grande e inedita installazione di Gianandrea Gazzola, saranno gli interlocutori di un dialogo che avrà come tema la Natura, in uno dei suoi elementi più affascinanti e potenti: l’Acqua.

Leonardo considerava la Natura “buona madre di ogni cosa”, che non crea mai nulla che non sia necessario, nel minor numero di passaggi e con il minor dispendio. Ad essa deve guardare tanto lo scienziato quanto l’artista, per ritrovare quell’armonia non creabile artificialmente, ma insita in ogni processo naturale. “Fa il tuo ingegno a similitudine dello specchio”.

Ma la Natura, l’acqua in questo caso, che vediamo nel dipinto di Jacopo da Bassano dopo un’alluvione devastatrice che riporta oggetti e corpi ormai inanimati davanti a noi, non è amica.  Il poeta Giacomo Leopardi nel suo “Dialogo della natura e di un Islandese”, si rivolgeva così ad essa: “tu sei nemica scoperta degli uomini e degli altri animali, e di tutte le opere tue, ora c’insidi, ora ci minacci, ora ci assali, ora ci pungi, ora ci percuoti, ora ci laceri, e sempre o ci offendi, o ci perseguiti”. La Natura, come per il recanatese, può essere dunque Matrigna.

È, tuttavia, possibile opporsi alla distruzione, e Palladio stesso progettò una macchina per governare le acque e “vincere la Natura in quelle cose in cui noi vinti siamo”. Accanto al dipinto L’alluvione del Colmeda di Jacopo da Bassano, verrà esposto il testo a stampa con i Tre discorsi sopra il modo d’alzare acque da’ luoghi bassi, in cui è rappresentata la macchina palladiana: un altro volume conservato nella Biblioteca Bertoliana di Vicenza.

L’installazione di Gianandrea Gazzola che vedremo alla Basilica Palladiana si riallaccia al pensiero di Leonardo da Vinci perché la sua opera, non solo questa dell’artista veronese, si può considerare come uno “specchio della natura”. Lo stretto legame che unisce Arte e Natura si trova infatti sia in Stylus del 2013 e Infinitum del 2018, esposte ad Arte Sella, sia nella macchina da lui concepita per far scrivere i venti o in quella che trae dalle radici di un olivo secolare, l’energia per tracciare disegni in tempo reale.

 A Vicenza, egli, dentro un’enorme vasca quadrata trasferirà le onde sonore dell’aria all’acqua e, attraverso “un effetto alchemico” le proietterà su grandi tele. Nel modo di operare di Gazzola riluce anche il suo background musicale e il suo bisogno di ricreare i suoni differenti che nutrono il cosmo, anche quelli che sono impercettibili o quelli che potremmo “costruire” … Le liquide figure generate dalle onde sono basate infatti sugli stessi rapporti armonici delle architetture palladiane, così come sono teorizzati dall’architetto romano Vitruvio. Per questo in mostra vedremo esposta proprio la preziosa edizione del trattato vitruviano Sull’architettura, illustrata da Palladio nel 1554, oggi fra i tesori della Biblioteca Bertoliana di Vicenza.

L’opera di Gazzola intesse un confronto anche con tre straordinari disegni di Leonardo provenienti dal celebre Codice Atlantico della Biblioteca Ambrosiana di Milano come spiega anche il curatore dell’esposizione Guido Beltramini.“Sono pagine personali e segrete, annotate con la caratteristica calligrafia invertita, per noi leggibile solo allo specchio. In questi fogli Leonardo riflette tanto sui meccanismi della visione, sulla luce e l’ombra, quanto sulle traiettorie rettilinee e tortuose seguite dalle immagini e dagli odori per raggiungere i nostri sensi e divenire percettibili: egli immagina l’aria intorno a noi attraversata dalle scie delle species, vale a dire da elementi infinitesimali emessi dai corpi. Un’idea visionaria che entra in risonanza con le “onde visive” di Gazzola”.

Per il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai l’evento si caratterizza per privilegiare la dialettica feconda di antico e moderno e per coinvolgere differenti interlocutori all’interno e al di fuori del territorio vicentino.

L’evento è ideato e promosso dal Comune di Vicenza con la co-organizzazione di Intesa Sanpaolo. Il progetto è curato da Musei Civici Vicenza, Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, in collaborazione con Arte Sella e la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, e con il supporto di Marsilio Arte.

                                                                      Patrizia Lazzarin