
Dentro la Cisterna di Valverde, a Bologna, un’affascinante struttura del XVI secolo, opera dell’architetto Tommaso Laureti sarà ambientato dal 5 al 10 febbraio 2025, in occasione di Arte Fiera Bologna, il progetto fotografico inedito di Anna Caterina Masotti dal titolo Thea Maris | Risonanze del Mare, a cura di Alessia Locatelli e con l’organizzazione di Laura Frasca, Art Manager della fotografa. La dea Afrodite sarà dunque evocata nel meraviglioso mondo delle acque sotterranee di Bologna, luogo delle sue leggende e dei suoi segreti.
Protagonista della narrazione di Anna Caterina Masotti è infatti il mito di Afrodite, osservato attraverso gli occhi e il corpo di una giovane adolescente in procinto di entrare nell’età adulta, immersa in un mondo in cui il mare e la natura sono lo sfondo evocativo di questa transizione cruciale. “Riscoprendo antichi codici e riferimenti alla Grecia classica – spiega l’artista – ho reinterpretato l’idea di bellezza attraverso forme e tecniche contemporanee. Le immagini sono state scattate quasi tutte nello stesso luogo, Maratea. Qui, mia madre era incinta di me al sesto mese e il mio destino era ancora nascosto nel suo grembo. Maratea non è solo un semplice sfondo; è un teatro delle estati della mia infanzia trascorse con lei, dove il sole e le onde danzavano insieme a noi. Oggi torno in questo mare con mia figlia, creando un legame che si rinnova e si arricchisce come ogni onda che bacia la riva.”

“Thea Maris” vuole quindi raccontare, tramite il linguaggio di Anna caratterizzato da un bianco e nero contrastato, non solo l’essenza del mare, ma anche la forza del legame tra madre e figlia che si intrecciano in questo viaggio nel tempo, in cui il passato ritorna trasformato e rinnovato nel presente in un paesaggio intriso di storia e di amore.
Un viaggio quindi, che nel suggestivo spazio scelto, sarà pensato e allestito per accogliere il visitatore e immergerlo nel racconto che si dipana in circa 20 immagini: quattro di esse saranno stampate su altrettanti teli in Chiffon di ben 4 metri di altezza, posti al centro della cisterna, mentre due foto saranno riprodotte su altri due teli di seta larghi 2 metri e alti 1,33 metri, posti perimetralmente quasi a racchiudere quelli centrali. Su ogni immagine Anna Caterina andrà poi a ricamare segni, contorni e simboli per creare dei piccoli e delicati contrappunti al suo interno.
Sui muri verranno contemporaneamente proiettati video e foto tramite video mapping, conferendo in questo modo un movimento ondulatorio continuo allo spazio e alla sua percezione. Infine, il percorso andrà a terminare nei cunicoli che dal volume centrale della cisterna si irraggiano nelle profondità della terra. In questi spazi troveranno posto, sulla scala che si incrocia passando da due corridoi opposti, due foto da 60x100cm stampate su seta e poi ricamate.

Il nuovo progetto fotografico di Anna Caterina” – afferma la curatrice Alessia Locatelli – “Si distacca nettamente dalla mera rappresentazione fisica della bellezza, per esplorare una dimensione più profonda e simbolica, che si estende oltre il visibile. La sua interpretazione moderna del mito di Afrodite non è solo una rivisitazione estetica, bensì una riflessione sul concetto contemporaneo di genere, seduzione e femminilità. Mentre la scultura classica celebra un archetipo di bellezza senza tempo, la fotografia contemporanea sfida questo ideale, esplorando il corpo femminile come spazio di contraddizioni e trasformazioni. La fotografia non cristallizza la fisicità, ma la cattura nel suo continuo divenire. Con questo progetto, Anna Caterina Masotti propone una nuova lettura di Afrodite, interrogandosi sulla continuità e trasformazione della figura femminile nella società moderna, attraverso un lavoro delicato e intimo.”

Nel 2010, Anna Caterina Masotti, dopo una carriera che l’ha visto ottenere differenti e importanti riconoscimenti, a seguito di una visita di routine, le viene diagnosticato un problema agli occhi per il quale subisce diversi interventi chirurgici. Da quel giorno la sua percezione del mondo e di quello che vede e sente attorno a sé cambia. I suoi sensi si modificano. Da quel momento fotografare diventa una priorità alla ricerca di una visione che la porta ad esplorare modalità alternative di percezione della luce.
Patrizia Lazzarin