
Le sale del Castello Estense a Ferrara ospitano da domani 1 febbraio l’esposizione Art Kane. Oltre il reale, dedicata al fotografo americano Art Kane, a trent’anni dalla sua scomparsa e nel centenario della sua nascita. La retrospettiva comprende oltre 120 fotografie che illustrano l’immaginario visivo della seconda metà del Novecento. Quale immaginario, ci chiediamo? Protagoniste all’interno delle foto ritroviamo in primis le maggiori icone della musica degli anni Sessanta e Settanta, ma una sezione riguarda le battaglie e le lotte civili degli afroamericani e dei nativi americani, la guerra del Vietnam, il degrado dell’ambiente, l’incubo nucleare di Hiroshima, il consumismo e il fondamentalismo religioso.
Ci sono le incredibili e visionarie riflessioni esistenziali ricavate da “sandwich” di più diapositive secondo una tecnica pionieristica in un’epoca ancora analogica e priva di Photoshop e le illustrazioni fotografiche dei testi di Dylan e dei Beatles. Altri soggetti sono la moda, il nudo e la pubblicità, senza dimenticare le evoluzioni della società americana fino agli anni Novanta. Il tutto osservato con uno sguardo tanto originale e visionario da conquistarsi premi e le copertine delle più prestigiose riviste internazionali.

Rolling Stones, 1966
Art Kane è il leggendario fotografo che alle 10 di un mattino d’agosto del 1958 immortalò per la rivista «Esquire» ben 57 leggende del jazz su un marciapiede della 126ma Strada, a Harlem, ignaro di aver creato l’immagine più significativa della storia del jazz, nota come Harlem 1958. Una fotografia che gli è valsa la medaglia d’oro dell’Art Directors Club di New York e così potente da ispirare diversi libri (anche illustrati per bambini), un documentario del 1994 che ottenne la nomination all’Oscar (A Great Day in Harlem) e, più di recente, un film di Steven Spielberg, The Terminal (2004), con Tom Hanks. Nel 2012 poi a quell’ormai storico tratto di strada a Harlem è stato ufficialmente dato il nome di “Art Kane Harlem 1958 Place”.
La mostra al castello estense ha la curatela di Guido Harari e Jonathan Kane ed è organizzata da Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara in collaborazione con Wall of Sound Gallery di Alba e Art Kane Archive.

The Waters of Venice, 1969
Kane così si raccontava …
«Mi considero un fotografo concettuale. Di una personalità desidero comunicare tutto ciò che non si vede. Voglio comunicarne gli elementi invisibili», diceva Art Kane, racchiudendo in poche parole tutta la sua poetica”.
Hanno detto di lui …
«Penso ad Art Kane come se fosse accecante, diciamo un sole color zucca in un cielo blu. Come il sole, Art punta il suo sguardo direttamente sul soggetto, e ciò che vede, fotografa – e di solito si tratta di un’interpretazione drammatica della sua personalità», così ha detto Andy Warhol di lui.
«Art Kane è stato un mio idolo prima ancora che potessi conoscerlo di persona – ricorda Franco Fontana – quasi un miraggio per me che lo ammiravo da lontano. All’epoca, con il suo uso rivoluzionario del colore, appariva un eretico a chi riaffermava la sacralità del bianco e nero. Mi è sempre piaciuto quel suo sguardo tra erotismo, vita immaginaria e dimensione reale. Il rischio e l’azzardo erano gli elementi più rivoluzionari del suo fotografare. …

Come per i suoi contemporanei, Guy Bourdin e Helmut Newton, l’opera di Kane gravita attorno a tre elementi principali: colori decisi, erotismo e umorismo surreale. È stato alfiere di quell’esprit selvaggio che, soprattutto grazie a lui, si è affermato dopo la seconda guerra mondiale: inflessibile, senza compromessi e sentimentale.
La mostra che chiuderà l’otto giugno ha i seguenti orari di apertura
Dalle 10.00 alle 18.00, chiuso il martedì (la biglietteria chiude 45 minuti prima)
Aperto anche Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno.
Patrizia Lazzarin