
Teatro nel teatro è lo spettacolo che ieri sera è andato in scena, nello spazio del Goldoni di Venezia, dal titolo Arlecchino?, dove il punto interrogativo è il simbolo di una rappresentazione, dove il ruolo classico di questa maschera della commedia dell’arte può essere messo in discussione. Il servitore di due padroni, di goldoniana memoria, l’Arlecchino astuto che sa divertire con le sue battute e la sua allegria, ha tuttavia prestato, senza pentirsene, il suo costume allo spassoso e noto attore e drammaturgo Andrea Pennacchi.
Una rappresentazione metateatrale, come si diceva all’inizio, in cui la finzione della scatola scenica era messa, da subito, in evidenza nel sipario che si alzava e, mostrava gli attori ancora impegnati nei preparativi dello spettacolo. E le loro battute, di rimando scusavano tutta la faccenda intricata che era nata così per …, ma alludevano, come anche chiaramente le frasi di Arlecchino verso alla fine dello spettacolo, che quella che veniva messa in scena era, come sempre, la Commedia umana.
Un gioco teatrale che con humor scambiava le sue fisionomie con il mondo reale, dove tutti vestiamo ruoli …, li indossiamo … Una vivace compagnia di attori ha divertito con lazzi e frizzi, battute, dove spesso, l’oggetto desiderato, desiderabile, conteso e addirittura scambiato o barattato, erano sempre la donna e le sue prerogative sessuali, sia essa la padrona o la servetta.
Amore o desiderio e disavventure si mescolavano nella vita dei protagonisti della piece, i quali, qualora lo avessero potuto fare, brandivano come una spada senza punta, la “prerogativa” che gli dava lustro, a loro parere: l’essere veneti, anche se non oriundi.
Pantalone De’ Bisognosi interpretato da Valerio Mazzucato, Smeraldina da Anna Tringali, Elisa Pastore nelle vesti di Clarice De’ Bisognosi e Miguel Gobbo Diaz nei panni del Facchino e del Cameriere, hanno colorato con i toni della lingua veneta che si impossessa dei caratteri della propria spontaneità, una commedia che si arricchiva dei colori di altre tipicità italiane, come quella bergamasca di Brighella interpretato dall’attore Marco Artusi e di quella piemontese di Beatrice/Federigo Rasponi, interpretata da Maria Celeste Carobene, anche aiuto regista.
Il gusto dell’invenzione ha saputo divertire il pubblico. Le musiche di Giorgio Gobbo, suonate dalla chitarra di Matteo Nicolin e dalla batteria di Riccardo Nicolin, hanno trasformato gli attori in cantanti e ballerini.
Il regista Marco Baliani ha scritto nella brochure di presentazione dello spettacolo: “Durante le prove immaginavo di avere Carlo Goldoni seduto in terza fila, e dovevo dirgli di fare silenzio tanto si sganasciava dalle risate, con gli occhi stupiti di bambino mai cresciuto di fronte a questa sua opera divenuta così inverosimile da esser ancor più sua”.
Lo spettacolo Arlecchino? sarà sulle scene al Goldoni anche stasera alle ore 19.00 e domani alle 16.00.
Patrizia Lazzarin