
Cristina Trivulzio di Belgiojoso nasce a Milano nel 1808 dalla marchesa Vittoria Gherardini e dal marchese Gerolamo Trivulzio. Rimasta orfana a quattro anni, la madre si risposa con il marchese Alessandro Visconti d’Aragona, che verrà nel 1822 arrestato per aver fatto parte del gruppo di nobili milanesi contrari al regime austriaco. Egli morirà poco dopo il suo rilascio. La sua fine lascerà un grande vuoto nella vita di Cristina che ammirava molto quest’uomo e gli era affezionata. Fra le sue insegnanti, Ernesta Bisi favorirà i suoi primi contatti con la Carboneria. Nel 1824 sposa Emilio Barbiano, principe di Belgiojoso d’Este, dal quale si separerà nel 1828 a causa dei continui tradimenti del marito. Viene indagata dalla polizia austriaca per aver partecipato ai moti del 1830 e costretta ad andare in esilio, privata anche dei suoi beni. Dopo un periodo di povertà, durante il quale viene aiutata dagli amici, il generale Lafayette le darà una mano a rientrare in possesso dei suoi averi. Dopo di allora apre un salotto frequentato dagli intellettuali parigini o di passaggio a Parigi: De Musset, Balzac, M. me Rècamier, Heine, Liszt, Chopin, Bellini. Continua l’opera d’aiuto ai fuoriusciti italiani per i quali organizzerà nel 1837 una serata musicale per la raccolta di fondi: “Exameron”, sei variazioni musicali sul tema dei Puritani di Bellini, eseguite al pianoforte da Liszt, Chopin, Czerny, Thalberg, Pixis, Herz. Nel 1838 nasce sua figlia Maria. Rientrata in Italia, nel suo castello di Locate, comincia la sua attività a carattere sociale, su ispirazione del falansterio di Saint Simon, per soccorrere i suoi contadini e conclude il suo Essay sul la formation du dogme catholique. Viene pubblicata anche la sua traduzione in francese delle opere di Vico con un commento critico. Nel 1844 fonda la rivista “L’Ausonio” e nel 1848 il giornale ”Il Crociato”. Sempre nel 1848 partecipa alle Cinque giornate di Milano e nel 1849 alla Repubblica Romana dove istituisce il Corpo delle Infermiere e viene nominata direttrice degli ospedali militari. Caduta la Repubblica, perseguitata dal Papa e disgustata dal comportamento di Napoleone III, fugge in Turchia dove acquista una fattoria. Qui ambienterà i romanzi delle Scènes de la via Turque che verranno pubblicati su “La revue des deux mondes”. Convinta che le potenze europee aiuteranno l’Italia a rendersi indipendente solo se diventerà una monarchia, dal 1860 collabora con Cavour attraverso le pagine dell’“Italie”. Pubblica: Il 1848 a Milano e a Venezia, Osservazioni sullo stato attuale dell’Italia e del suo avvenire, Della politica internazionale e nel 1866 scrive per la “Nuova Antologia” Della presente condizione delle donne e del loro avvenire. Morirà nel 1871.