Dal 6 al 10 marzo 2024 avrà luogo l’undicesima edizione di Milano Design Film Festival con la direzione artistica di Cristiana Perrella. Le sedi dove si svolgerà saranno la Triennale Milano, Anteo Palazzo del Cinema e la Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano. In totale 5 giorni di manifestazione, 30 titoli in programma e 5 premi. La kermesse che è nata nel 2013 racconta, attraverso il cinema nelle sue varie forme, le concezioni più contemporanee del design e dell’architettura italiani e internazionali. Tuttavia l’universo che si rivela nel Festival supera le questioni estetiche e funzionali per abbracciare quelle sociali, politiche, etiche ed ambientali e darci così una chiave di lettura per comprendere la realtà in cui viviamo.
“Il mondo del progetto è infatti da tempo in grande trasformazione, sempre più interessato a proporre modelli, a costruire scenari, piuttosto che a fare cose … Molti designer oggi condividono un atteggiamento critico nei confronti delle dinamiche che sostengono un’economia di consumo e le sue conseguenze geopolitiche e propongono esempi di circolarità e integrità … spiega Cristiana Perrella. I film in programma in MDFF 11 restituiscono in modo sempre più preciso questa trasformazione, anche quando guardano al passato, raccontano storie che parlano di futuro, visioni e personaggi che hanno saputo andare oltre il loro tempo, oltre gli steccati della loro disciplina”.
MDFF 11 inizia mercoledì 6 marzo alle 20.00 all’Anteo con Emilio Ambasz di Mattia Colombo e Francesca Molteni, alla presenza degli autori: l’architetto argentino Emilio Ambasz e l’architetto e storico dell’architettura Fulvio Irace. Attraverso la figura di Ambasz e grazie ad alcuni dei suoi più significativi progetti realizzati tra gli anni Settanta e l’inizio degli anni Duemila, il documentario racconta la rivoluzione della Green Architecture.
Molti i filoni di ricerca rintracciabili tra i film in programma: l’architettura indiana viene analizzata in The Sense of Tuning di Bêka & Lemoine, (Francia, India, 2023, 98’), e in The Promise – Architect BV Doshi di Jan Schmidt-Garre, (Germania, 2023, 90’) film che racconta uno degli architetti più influenti del XX secolo in India e vincitore del Premio di Architettura Pritzker nel 2018.
L’architettura museografica è centrale per Depot – Reflecting Boijmans di Sonia Herman Dolz (Paesi Bassi, 2023, 86’), che considera l’esperienza del Depot Boijmans Van Beuningen, il primo deposito museale completamente accessibile al pubblico, e per In The Mood For Art di Michael Schindhelm (Svizzera, 2023, 53’), che esplora la meraviglia architettonica del museo M+, progettato da Herzog & de Meuron e che ospita la collezione più significativa al mondo di arte contemporanea cinese.
Sono moltissimi i ritratti di progettisti, da Alvaro Siza Vieira: A Tribute to the Master Architect di Augusto Custodio (Portogallo, Brasile, 2023, 61’), che svela la vita e l’opera rivoluzionaria dell’architetto portoghese Álvaro Siza Vieira, a György Kepes. Interthinking Art + Science di Márton Orosz (Ungheria, Canada, 2023, 96’), documentario che costituisce la prima indagine completa sulla vita di György Kepes, precursore dell’arte multimediale.
In alcune pellicole è centrale il passaggio generazionale e lo sguardo dei figli sui padri: in Radical Landscape, di Elettra Fiumi (Italia, Svizzera, 2022, 87’), la regista racconta, dalla prospettiva di figlia, la figura di Fabrizio Fiumi, uno dei fondatori del gruppo 9999 che contribuì a definire la scena dell’architettura radicale.
Ask the Sand, di Vittorio Bongiorno (Italia, 2022, 60’), è il viaggio di un padre e di un figlio alla ricerca di Arcosanti, la città utopica costruita nel 1970 nel deserto dell’Arizona dall’architetto italiano Paolo Soleri, allievo di Frank Lloyd Wright; Skin of Glass, di Denise Zmekhol (Stati Uniti, Brasile, 2023, 90’), è la storia della più grande favela verticale di San Paolo, una torre di di 25 piani progettata da Roger Zmekhol, padre della regista, nel 1968 divenuta oggetto di occupazioni da parte di movimenti che lottano per il diritto alla casa.
Non mancano le esperienze dal taglio sociale come The Architects of Hope: The First Steps of Rebuilding Ukraine, di Paul Thomas (Ucraina, 2023, 60’), film che segue da vicino i principali studi di architettura ucraini impegnati nella ricostruzione delle città devastate dal conflitto in corso, e Where we grow older, di Daniel Schwartz (Canada, 2023, 30’), documentario che esplora come la crescente popolazione anziana stia ridefinendo costrutti architettonici.
La moda e il suo impatto sull’ambiente sono analizzati in Fashion Reimagined, di Becky Hutner (Regno Unito, Stati Uniti, 2022, 110’), che racconta l’incredibile esperienza della fashion designer Amy Powney e del suo brand Mother of Pearl, precursore di un cambiamento sociale e Tactile Afferents, di Formafantasma e Joanna Piotrowska (Italia, 2022, 6’), un viaggio alla ricerca della sostenibilità nell’industria della lana che passa dal tatto tatto e dai gesti come modalità di comunicazione tra esseri umani e animali.
Non ultima l’esperienza con il cibo di Food & Design, di Mu-Ming Tsai (Taiwan, 2023, 56’), film che offre una prospettiva inedita sul significato e sulle possibilità creative legate al cibo.
Il programma comprende anche talk, presentazioni con gli autori e momenti di approfondimento sui temi dei film come quello dedicato al design degli ambienti di lavoro a cura di DEGW.
A completare il programma due speciali proiezioni fuori concorso: l’attesissimo film High & Low – John Galliano, di Kevin Macdonald (Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, 2023, 116’) in programma per venerdì 8 marzo alle 21.30 all’Anteo Palazzo del Cinema e la première della versione restaurata de L’Inhumaine di Marcel L’Herbier (Francia, 1924, 135’) con sonorizzazione live di Lorenzo Senni, evento di chiusura ad invito sabato 9 marzo alle 19.00 nel Salone d’Onore di Triennale Milano.
Presentato per la prima volta in Italia dopo l’anteprima alla Festa del cinema di Roma lo scorso ottobre, High & Low è un’analisi sincera e intelligente della rapida ascesa, della caduta e della recente rinascita dell’enfant terrible della moda John Galliano. Le interviste con i suoi amici più cari, i familiari più stretti e con celebrità come Naomi Campbell, Penélope Cruz, Anna Wintour, insieme al racconto di John Galliano stesso, ritraggono l’uomo dietro il genio nella sua ricerca di redenzione.
Concepito come prologo all’Esposizione internazionale delle arti decorative di Parigi nel 1925, mostrando il meglio della produzione francese in pittura, scultura, architettura, musica e moda, L’inhumaine è invece testimonianza visiva di uno dei periodi artistici più grandiosi di Parigi e uno dei massimi esempi in cui la sintesi di tutte le arti si manifesta attraverso il cinema.
La proiezione nel Salone d’Onore di Triennale Milano seguirà la premiazione di AFA – Architecture Film Award e DFA – Design Film Award per le categorie Feature e Short, e di MDFF Student Award, prevista alle 18.00. La serata, su invito, vedrà la possibilità di accesso anche ai primi 100 abbonati al Festival che si registreranno alla mail info@micue.it. Per la giornata di chiusura del festival, domenica 10 marzo dalle 15.00 alle 21.00, alla Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano, saranno proiettate le repliche dei film vincitori.
Biglietti e abbonamenti per Milano Design Film Festival saranno in vendita nella biglietteria di Anteo Palazzo del Cinema o online (https://anteo.spaziocinema.18tickets.it/) a partire da giovedì 22 febbraio.
Biglietto unico a 5 euro per ciascuna sessione, abbonamento al Festival 15 euro. Per questioni di capienza, I possessori di abbonamento dovranno prenotare il biglietto della proiezione a cui desiderano assistere in biglietteria o online sul sito di Anteo Palazzo del Cinema.
Patrizia Lazzarin