SALVADOR DALÌ, TRA ARTE E MITO

Il denaro è sempre stato molto importante per Dalì. Da quando giovane dandy di Madrid lo considerava un passatempo e si divertiva a far sciogliere banconote di carta nel whisky. Nella sua “Vita segreta” dice a proposito dei parigini eleganti: “Molti erano stupidi, ma le loro mogli portavano pietre preziose dure come il mio cuore, profumi voluttuosi e adoravano musiche che io detesto. Restavo il contadino catalano, ingenuo e tagliente, un re travestito”.

Salvador Dalì, tra arte e mito è il titolo dell’esposizione dedicata al grande maestro del surrealismo, organizzata da Navigare presso il Museo Storico della Fanteria dell’Esercito Italiano e allestita dal curatore di mostre internazionali Vincenzo Sanfo, con il supporto di un comitato internazionale.
Un’occasione unica per immergersi nel mondo e nell’arte di Dalí, maestro del surrealismo dal potente estro creativo. Le sue opere rappresentano autentici percorsi nelle profondità della mente umana. Egli seppe intrecciare nelle sue creazioni una tecnica impeccabile, una grande immaginazione e un’analisi profonda della natura dell’essere umano.

La mostra che si è inaugurata  questo fine settimana e sarà visibile fino al 27 luglio 2025, gode del patrocino della Regione Lazio, di Roma Capitale – Assessorato alla Cultura Italia e di Oficina Cultural de la Embajada de España.

DALÌ la cui trasgressività è anche simbolo della sua genialità era dotato del dono dell’invenzione … I rebus degli oggetti invisibili, delle doppie immagini che dividono, spezzano e ricreano le figure e i piani a seconda di come li si guarda   … gli spazi che sprofondano, le pianure infinite che si perdono all’orizzonte, la nitidezza dei colori che accecano …

Attraverso l’arte egli ha esternato angosce e deliri. Ha materializzato dipingendoli i soggetti dei suoi incubi da bambino. I grilli lo hanno terrorizzato fin da piccolo. E poi il sangue, …  Un’altra idea fissa di Dalì fu il cibo. Tutto ciò che è commestibile viene legato in lui al concetto di bellezza e intelligenza. Un pezzo di camembert gli suggerì gli orologi molli dell’opera la “Persistenza della memoria”.

Un murales in Armenia che raffigura Dalì e Gala

Le sue tendenze  si rivelano nei suoi continui ammiccamenti a Raffaello e ai manieristi, a Ingres, Vermeer, Velázquez, Böcklin, Meissonier, De Chirico, Carrà, Picasso e Braque.

Sono circa 80 le opere provenienti da collezioni private di Belgio e Italia, tra le quali anche serie composte da numerosi pezzi, per un viaggio nell’arte e nel mito di Salvador Dalí. Disegni, sculture, ceramiche, boccette di profumo, incisioni, litografie, documenti, libri e fotografie conducono il pubblico a immergersi nell’universo daliniano, libero dalla rigidità delle regole.

A completare questo percorso, sono esposte anche opere di altri autori che hanno condiviso con Dalí l’idea di un’arte dal carattere onirico e surreale. Un evento che per i lavori esposti assume una straordinaria rilevanza a livello internazionale, celebrando non solo Dalí, ma anche l’intero panorama surrealista europeo.

L’itinerario espositivo si sviluppa con un approccio antologico, partendo dai primi anni della carriera dell’artista e dal fondamentale incontro con figure come il poeta Federico García Lorca, rappresentato in mostra da inediti disegni surrealisti, e il regista Luis Buñuel, presente con spezzoni di film che hanno segnato il percorso creativo di Dalí. – Spiega il curatore Vincenzo Sanfo – Questi legami hanno contribuito a plasmare il futuro di uno dei più grandi protagonisti dell’arte del Novecento. Il percorso continua attraverso tutte le fasi della produzione artistica di Dalí, fino alle ultime sperimentazioni oniriche degli anni finali della sua vita”.

Fra le opere in esposizione si trovano anche molte litografie, comprese quelle legate ai lavori di García Lorca e alla Divina Commedia, incisioni a puntasecca, disegni, arazzi, sculture, oggetti in vetro, ceramiche, gioielli e una serie di fotografie, libri e documenti che arricchiscono ulteriormente la collezione.

                                        Patrizia Lazzarin