MUOVENDOSI TRA LE “CARTE” DEL FONDO VENDRAMIN

Il teatro Goldoni, vicino al Ponte di Rialto e la Casa di Carlo Goldoni nel sestiere di San Polo, nella città di Venezia, sono testimonianze significative della vita culturale e, in particolare teatrale nel Seicento e nel Settecento, nell’antica Repubblica marinara e, guardando le loro forme e negli oggetti che li caratterizzano e gli appartengono, ci accomodiamo con piacere, in alcuni spazi che raccontano una parte irrinunciabile della storia della città lagunare.
Da domani fino al 25 gennaio 2026 verranno esposti nella casa che fu del grande commediografo veneziano, parte del Fondo Vendramin, dal nome dei proprietari di uno dei più antichi e longevi teatri veneziani, contenente documenti di grande valore, assai utili per consegnarci uno spaccato sul lavoro teatrale di inizio Settecento.
L’esposizione mette in luce come Il Teatro di San Luca, fondato nel 1622 dai Vendramin e dal 1875 intitolato a Carlo Goldoni, costituisca un’eccezione. Gli archivi di altri edifici o sale adibiti a spettacoli esistiti a Venezia sono andati in gran parte distrutti o dispersi facendo perdere quel racconto, attraverso le loro storie e, lasciando a pochi lacerti e resoconti il compito di narrare una vitalità tipica. Tra Seicento e Settecento, Venezia divenne infatti un centro teatrale di grande importanza in Europa, grazie alla diffusione di sale da spettacolo. La selezione di documenti provenienti dal Fondo Vendramin che saranno visibili nell’esposizione ci parlano della fondazione e dei restauri del Teatro San Luca che, dalla sua nascita sino agli anni Trenta del Novecento, è appartenuto alla nobile famiglia veneziana o a rami di suoi eredi. L’archivio è entrato nel patrimonio civico nel 1938 e la parte di esso che rivela l’attività e la gestione del teatro si trova ora alla Casa di Carlo Goldoni.

Tra le stanze della dimora del commediografo, dentro il suo piccolo mondo privato, ammiriamo anche un teatro di marionette che riporta a quello allestito dal padre quando egli era bambino. Il teatro di marionette rappresentava nel Settecento a Venezia un sostituito amato e domestico ai teatri pubblici. Vedremmo esposti i contratti originali tra Carlo Goldoni e il nobiluomo Francesco Vendramin e le sue lettere autografe.
Ci saranno ancora lettere e contratti di celebri comici del Seicento e Settecento, note di spesa, inventari, elenchi di proprietà, atti di cause legali e registri di commedie rappresentate. L’intera raccolta dell’archivio di Casa Goldoni, di cui noi vedremo una parte, contiene documentazione che val dal 1448 al 1871, e in particolare in essa è contenuta l’attestazione di nascita delle sue più famose commedie. La rassegna contribuisce così alla valorizzazione di questo patrimonio. Sono in programma iniziative di digitalizzazione, esposizioni tematiche e attività didattiche con l’obiettivo di rendere l’archivio accessibile a studiosi, appassionati e a un nuovo pubblico.

Tutto ebbe inizio così:
Di quel magazeno fare un teatro, per recitar commedie, nel qual promette spender ducati tre mille in circa, più o manco. Le firme in calce al documento sono tutte di componenti delle famiglie dei Vendramin e mostrano un passaggio tra cugini della proprietà di quel magazzino, in San Salvador, al fine di costruire uno spazio dove mettere in scena spettacoli.
Patrizia Lazzarin