
Henri Cadiou (1906-1989), La Déchirure, 1981. Huile sur toile. Collection particulière
Fino al 2 marzo 2025, il Musée Marmottan Monet di Parigi, presenta una mostra dal titolo: Trompe-l’oeil, dal 1520 ai giorni nostri. La rassegna ripercorre la storia della rappresentazione della realtà nelle arti e vuole rendere omaggio a un aspetto poco conosciuto delle collezioni del Museo, mettendo in luce l’inclinazione di Jules e Paul Marmottan per questo genere pittorico.
Trompe-l’oeil che in francese significa “inganna l’occhio”, è uno stile pittorico altamente realistico che trasforma le superfici in modo davvero stupefacente.
L’interesse per la pittura prospettica era emerso durante il Rinascimento, ma il trompe l’oeil divenne estremamente popolare per gli interni durante il periodo barocco per far apparire le chiese più grandi e suggestive.
Nell’architettura barocca, forse nessun esempio è più emblematico del soffitto della Chiesa del Gesù a Roma. Dipinto da Giovanni Battista Gaulli, il Trionfo del Nome di Gesù, come viene chiamato l’affresco, mostra un cielo illusionistico dove i dannati sembrano cadere verso il basso mentre la luce dorata avvolge i salvati.

Sempre in Italia un altro trompe – l’oeil che ci ha portato a volgere le nostre pupille curiose tutt’intorno fino al soffitto, si trova nella Camera degli Sposi del Palazzo Ducale a Mantova. Le pareti della stanza sono ricoperte di dipinti illusionistici realizzati da Andrea Mantegna che, non a caso, ha dato allo spazio il nome Camera Picta, la camera dipinta. Il soffitto, presenta un oculo, circondato da affreschi altrettanto realistici di modanature e intagli.

Si ritiene che il termine francese “trompe-l’oeil” sia stato usato per la prima volta da Louis Léopold Boilly (1761-1845), nella didascalia di un’opera esposta al Salon del 1800. Il termine fu adottato trentacinque anni dopo dall’Académie Française. Sebbene il termine sia apparso nel XIX secolo, l’origine del trompe-l’oeil è legata a un racconto molto più antico, quello di Plinio il Vecchio (23-79 d.C. circa) che riferì nella sua Storia Naturale che il pittore Zeusi (464-398 a.C.), in una competizione contro un altro pittore di nome Parrasio, aveva dipinto un grappolo d’uva così perfetto che gli uccelli svolazzavano intorno ad esso.
Nel corso dei secoli, il trompe-l’oeil è stato utilizzato in vari media. Non solo gioca con lo sguardo dello spettatore, ma è un cenno alle potenziali trappole poste dalle nostre percezioni. Se alcuni dei suoi temi sono ben noti – vanità, trofei di caccia, portalettere o rastrelliere, grisaglie – altri aspetti sono esplorati in questa mostra, come le variazioni decorative su mobili, ceramiche, ecc., e persino il significato politico di questo genere pittorico dal periodo rivoluzionario fino ai giorni nostri.
Più di ottanta opere chiave che vanno dal XVI al XXI secolo, provenienti da collezioni private e pubbliche in Europa e negli Stati Uniti, permettono ai visitatori di comprendere l’evoluzione formale del genere trompe l’oeil.

Jean Pillement, Trompe-l’œil avec ruban turquoise devant le paysage de la campagne portugaise, Collection Farida et Henri Seydoux
Martin Battersby, Louis Léopold Boilly, Henri Cadiou, Guillaume Dominique Doncre, Pierre Ducordeau, Daniel Firman, Piero Fornasetti, Johann Caspar Füssli, Gaspard Gresly, Cornelis Norbertus Gysbrechts, John Haberle, William Harnett, Jean Antoine Houdon, Nicolas de Largillière, Jean-François de Le Motte, Jean-Etienne Liotard, Cristoforo Munari, Jean-Baptiste Oudry, Giuseppe Penone, John Frederick Peto, Michelangelo Pistoletto, Jacques Poirier, Christian Renonciat, Pierre Roy, Lisa Sartorio, Piat Joseph Sauvage, Daniel Spoerri e Anne Vallayer-Coster sono solo alcuni dei maestri protagonisti di questa mostra che celebra l’arte dell’illusione, basata su una grande quantità di abilità e tecnica.
In occasione della mostra, otto opere della collezione del Museo sono state restaurate e saranno presentate al pubblico. Tra questi, il Trompe-l’oeil (1665) di Cornelis Norbertus Gysbrechts (1630 – 1675 circa), il Trompe-l’oeil: Portrait de Madame Chenard, la grisaille à l’imitation de l’estampe (1813) di Louis Léopold Boilly (1761-1845), e il Traité de paix définitif entre la France et l’Espagne (1801) di Laurent Dabos (1761-1835).
La mostra si articola in otto sezioni, che illustrano, in modo cronologico, la pluralità di sensibilità e rappresentazioni del genere trompe l’oeil, nonché la sua evoluzione nel tempo.
La curatrice scientifica è Sylvie Carlier, anche curatrice delle collezioni, Musée Marmottan Monet e la curatrice associata è Aurélie Gavoille, assistente curatoriale del Musée Marmottan Monet.
Patrizia Lazzarin