
Tremila metri quadrati di tessere, tutte provenienti da materiali di scarto, che insegnano a “ghettizzare il bullismo”, a educare e a includere.
È ‘Il Mosaico che parla – Storia di volti e scoperte’ che racconta 27 anni di lavoro di quello che quando sarà terminato, sarà il più grande mosaico d’Europa e probabilmente del mondo.
Il Mosaico è un’opera di arte pubblica site-specific, ideata dall’artista Andreina Giorgia Carpenito e in corso di realizzazione dal 2009. Essa occupa una superficie di circa 900 mq, all’interno e all’esterno della Chiesa dello Spirito Santo di Indicatore, a pochi km dalla città di Arezzo e, quando sarà terminata, coprirà una superficie di 3000 mq. Dal 2012 le attività di avanzamento e di sostegno del mosaico sono state prese in carico dall’Associazione Culturale Ezechiele.
Insieme all’artista Andreina Giorgia Carpenito dal 2013 hanno prestato la loro opera gratuita per la realizzazione del mosaico: 300 tra mosaicisti e scultori, provenienti da Spagna, Germania, Francia, Inghilterra, Svizzera, Austria, Canada, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Guatemala, Cile, Turchia, Iran, Cina, Giappone, Israele e Italia; associazioni del mosaico di rilevanza internazionale come la DOMO (Germania) e il Mosaico Paulista (Brasile) e più di 1000 volontari provenienti da ogni parte del mondo.

Un’esperienza artistica in cui l’arte incontra l’uomo e si fa terapia, attraverso percorsi educativi dedicati anche ai giovani e adulti con disabilità.
“Il Mosaico è stato infatti pensato e predisposto, già dalla sua origine, come un percorso motorio per le disabilità, “punta di diamante del programma: dalla tartaruga con le sedie apposite del Quadrato Magico ai percorsi psico-motori e sensoriali per le carrozzine e i non vedenti“, si legge nel volume dedicato all’opera. “Questo approccio non permette di sentirsi diversi, bensì diversamente uguali.
Il volume è suddiviso in 5 capitoli e 12 sezioni dedicate alle testimonianze di ogni singolo momento di questa storia a cui ancora manca la parola fine.
“Dai 6 ai 100 anni tutti possono partecipare attivamente al progetto, sia al mosaico sia ai laboratori di musica, pittura, grafica, scultura, e sono aperti a scolaresche italiane e straniere o a singoli artisti. Oppure – spiega Andreina Carpenito – c’è l’esperienza artistica per gruppi di diversamente abili, gruppi di amici, turisti e tutti coloro che vogliono fare una conoscenza totalitaria dell’opera.
Si può dare supporto al progetto anche facendo una donazione annuale, a favore del mosaico e delle attività associative e diventare così parte della comunità di Ezechiele.
Patrizia Lazzarin