Sulla pagina di copertina del recente libro di Federico Lazzerini, edito da Mondadori, spiccano il suo volto e il mezzo busto con il braccio tatuato. Lo sguardo scruta un probabile lettore che potrebbe venire incuriosito dal titolo scritto in nero e azzurro: The Social Proof, dove il termine social sembra orientare verso un qualcosa in grado di avere risalto nei media e nella società. Il fatto ci attrae sicuramente in un’epoca dove Facebook, Instagram, Twitter, Linkedin e Tik Tok disegnano i nostri profili e mostrano i nostri gusti e le nostre passioni.
Federico Lazzerini è un esperto di marketing e di pubbliche relazioni e ha co-fondato la società di consulenza Vatican Consulting e l’agenzia di reputazione on line Press Reputation. La rivista Forbes lo ha posto nella classifica dei giovani più influenti in ambito Business e Marketing. Il suo messaggio si presenta nelle intenzioni dirompente, anche se rispettoso. Il suo mantra potrebbe essere sintetizzato in una delle parole che compone anche il nome dato alla sua società: Reputation.
Tanti imprenditori famosi riempiono le pagine del libro con le loro storie per confermare attraverso i loro successi e insuccessi, le sue opinioni. Una delle sue affermazioni più esplicative è: “il marketing autoreferenziale è morto”. Non si vogliono comunque nel testo celebrare i funerali del marketing, ma rileggerlo alla luce di una sua unione con le Public relations digitali, nel cui insieme le PR hanno una funzione trainante. Non si può improvvisare, necessita un piano strategico, dove entrano in gioco diverse componenti.
E la provocazione di mettere sulla copertina, quasi a confermare l’autorevolezza del dichiarante, la propria immagine è il punto di partenza per un discorso che sottolinea l’importanza di una buona reputazione perche un’azienda possa aver successo. In questa battaglia per ottenere buoni risultati è necessario far “emergere l’anima di ciò che volete comunicare e farlo emergere attraverso la comunicazione, i media, le Pr”, spiega l’esperto. The Social Proof, o riprova sociale, sottolinea il ruolo della percezione. “Dobbiamo aspettare l’età contemporanea e gli studi sul corpo, sul cervello e sui sensi per arrivare a una teoria della percezione che consideri l’uomo, la sua emotività, la sua socialità e il suo bisogno di comunicazione”.
L’essere umano desidera raccontare e raccontarsi. Le sue passioni sono il sale della vita e anche la forza del suo operato. Senza passione, senza reason why anche la comunicazione e il marketing sono contenitori vuoti. Diventa utile in questo contesto comprendere come gli utenti si approcciano ai messaggi che ricevono anche dal Web. Le emozioni sono spesso una guida che agisce prima della nostra coscienza attiva.
La meraviglia, la magia e lo stupore diventano una forma di comunicazione. L’esempio riportato dall’autore è quello di Daniel Wellington, un intrigante gentiluomo britannico che firma con le sue iniziali orologi molto eleganti e raffinati, ma che non esiste nella realtà ed è solo un’invenzione pubblicitaria. Potere della comunicazione.
Per spiegare e mostrare come per ogni azienda, anche di medie e piccole dimensioni, possa essere possibile emergere sulla concorrenza, Lazzerini porta ad esempio differenti imprenditori come Brunello Cucinelli che si impegna a fare impresa in modo etico e le cui parole chiave sono Capitalismo umanistico e Umana sostenibilità. Ogni sua attività è in grado di migliorare veramente la condizione della vita umana.
Ma ci sono figure dirompenti come Justin Bieber, un genio delle Pr, ma anche del crisis management che ha saputo risanare la sua reputazione in un modo che oggi fa scuola, tra cui egli cita anche l’assunzione della responsabilità delle sue azioni.
Un ruolo fondamentale, su cui l’autore si sofferma a lungo, è rivestito dai Media che lui definisce il Santo Graal. “ Le notizie generano traffico” … un quesito da approfondire per provare ad avere successo …
Patrizia Lazzarin