Abitare ha spesso il significato di trovare un luogo dove vorremmo trascorrere buona parte della vita e dare ad esso le forme che rispondano ad un’estetica principalmente del nostro sentire, diventando in questo modo lo spazio della nostra mente e della nostra anima. Poter scegliere una casa che ci soddisfi è una ricerca di una piccola felicità che non potrà esserci tolta facilmente.
L’abitazione è però, ed è stata, anche un simbolo di quello che noi vogliamo essere nella società o come vorremmo apparire agli altri esseri umani. Questo modo di esistere è cambiato nei secoli: dalle grotte e dalle palafitte di epoca preistorica fino ai grandi palazzi imperiali, dalle architetture leggere a quelle imponenti, da quelle lussuose a quelle povere, dagli edifici dalle pareti bianche o affrescate, la storia racconta come abbiamo vissuto, chi eravamo e cosa siamo diventati.
Riaprire in questi giorni, dopo la pandemia del Covid-19, la mostra AT Home al MAXXI di Roma, dove dall’inaugurazione nell’aprile 2019, si possono vedere una rassegna di opere architettoniche del 900’ in relazione dialogica con manufatti di architetti contemporanei, ha spinto gli operatori museali ad introdurre nuovi spazi ed altre proposte che tenessero conto anche della recente esperienza.
La nuova versione che ha la curatela di Margherita Guccione e Pippo Ciorra diventa una mostra nella mostra, con accanto opere di architettura e design, documenti, interviste, progetti video e molti film screening. Nella casa in legno a due piani, la grande installazione Home sweet Rome/ Non man is an insula di Rintala Eggertsson, già presente nell’allestimento originale e dove il visitatore può salire, saranno proiettati documentari, cortometraggi, reportage video ed interviste a cura di Art Doc Festival. Essi racconteranno gli svariati modi dell’abitare contemporaneo, attraverso i lavori di Francesca Molteni, Benedetta Nervi e Irene Pantaleo, Emiliano Martina, Valeria Parisi e Nicolangelo Gelormini.
Tra le novità CASA MONDO, un programma pensato interamente per Instagram, dove alcuni fra i principali protagonisti di designer internazionale si confrontano dal 18 giugno sulle funzioni attuali del nostro abitare. Attitudini che con il lockdown di questi mesi si sono ampliate fino a comprendere attività che prima svolgevamo fuori degli spazi domestici.
Il 30 giugno sarà inaugurato nella piazza del MAXXI, aprendo così in maniera ufficiale la stagione estiva del museo romano, il progetto HOME SWEET HOME, casa dolce casa, dell’architetto londinese Lucy Styles, dove si metteranno in relazione spazi intimi ed aperti, stanze a cielo aperto che si trasformeranno, contemporaneamente, in metafora della vita nella casa e del giardino segreto del museo. Una casa curiosissima e sbilenca, nello stessa piazza sarà inaugurata martedì 30 giugno, allegoria degli aspetti comici e grotteschi delle vicende umane.
L’opera, After love, frutto dell’ingegno del duo Vedovamazzei, formato da Simone Crispino e Stella Scala, trae ispirazione dal film del 1920: One week di Buster Keaton, racconto di una domus, oggetto di un improbabile regalo di nozze da parte di un rivale, realizzata con istruzioni sbagliate. Gli interrogativi che noi uomini del XXI secolo potremmo trarre da tale costruzione sono molteplici, proprio anche alla luce dei cambiamenti dei rapporti intervenuti dopo l’emergenza sanitaria e con le necessità emerse dal parziale mutamento dei nostri bisogni.
L’intelligenza e la creatività del progettare continua a rivelarsi anche nella prima parte della rassegna laddove i contrasti e le similitudini nelle opere, come linee fantasiose sembrano toccarsi per un attimo e poi fuggire in direzioni diverse.
L’immagine della villa dello scrittore Curzio Malaparte di Adalberto Libera, poggiata come un vascello volante sullo sperone di una roccia nell’isola di Capri, che sembra sfidare con il suo coraggio le acque blu e profonde della distesa marina, sembra avere lo stesso ardimento del costruttore, lassù in un altro spazio edificato, sfidando gli elementi naturali nell’azzurro delle Dolomiti bellunesi: quel bivacco degli architetti Demogo di Treviso che sembra solo appoggiato sulla roccia.
Un altro tipo di vertigine viene dalle opere di Zaha Hadid, dove si coniugano leggerezza e solidità, sia nel progetto per il museo MAXXI sia nella casa per un miliardario moscovita. Un omaggio al barocco romano il suo, che la mostra associa a quello di Paolo Portoghesi nella Casa Baldi, dove egli accosta l’invenzione di nuove forme all’uso di materiali tradizionali. Tanti nomi che hanno modificato il nostro sguardo sull’abitare da Aldo Rossi a Pier Luigi Nervi con il grattacielo Pirelli, alle case e alle ville di Franz Prati a Reggio Emilia e di Danilo Guerri a Recanati, o la villa presidenziale del Gombo di Monaco Luccichienti e la casa Guna dello studio cileno Pezo Von Ellrichshausen. Questi ed altri progetti e realizzazioni, rappresentativi della storia dell’architettura del Novecento e del nuovo millennio, potremmo conoscere ed approfondire nella rassegna AT HOME che rimarrà aperta fino al 30 novembre.
Patrizia Lazzarin