UNA DIMORA INGLESE PATRIMONIO UNESCO

UNA DIMORA INGLESE PATRIMONIO UNESCO

Il palazzo di Blenheim è un’imponente e ricca tenuta di campagna nel sud-est dell’Inghilterra che risale agli inizi del 1700. Gli inglesi vantano molte grandi case di campagna, ma Blenheim si distingue tra queste per una serie di ragioni, non ultima quella di essere stata il luogo di nascita dell’ex primo ministro Winston Churchill. Blenheim, una delle poche dimore storiche del Regno Unito ad essere dichiarata patrimonio mondiale dall’UNESCO, è maestosa. È stata costruita in stile barocco inglese e come tale è una rarità architettonica in Inghilterra.

 Il palazzo prende il nome da una cittadina della Germania meridionale che fu teatro di una famosa battaglia durante la guerra di successione spagnola. Questo conflitto di carattere europeo dell’inizio del 1700 fu provocato dalla morte del re spagnolo Carlo II che non lasciò eredi diretti per governare l’impero. Ne seguì una lotta per il suo controllo tra le potenze europee di  Francia, Austria, Paesi Bassi e Gran Bretagna. John Churchill, primo duca di Marlborough, assicurò la vittoria alla corona inglese nel 1704, nella battaglia di Blenheim.

Per ringraziarlo, la regina Anna gli regalò un appezzamento di terreno e il sostegno finanziario per costruire la casa di campagna che sarebbe poi diventata Blenheim Palace. Viene chiamato palazzo perché è stato originariamente donato dalla Corona ed è l’unico palazzo non reale in Inghilterra. Ma il dono non è privo di vincoli: ogni anno i duchi di Marlborough sono tenuti a pagare un “affitto” cerimoniale alla Corona nell’anniversario della battaglia presentando una replica dello stendardo francese catturato, la bandiera francese dell’epoca, in commemorazione del trionfo. L’edificio  è ricco  di riferimenti alla battaglia, dagli affreschi sul soffitto ai cannoni incorporati negli archi.

La sua costruzione ebbe luogo  tra il  1704 e il  1722. I fondi della Corona andavano e venivano, mentre il Duca e sua moglie Sarah Churchill non sempre avevano il favore reale. La duchessa era un’amica d’infanzia della regina Anna e le due donne avevano una relazione tesa e tumultuosa. Alla fine i litigi furono così gravi che tutti i finanziamenti furono interrotti. Anni dopo, nel XIX secolo, i duchi di Marlborough attraversarono tempi difficili e rischiarono la perdita della tenuta. Come molte altre famiglie nobili terriere europee dell’epoca, guardavano ai matrimoni combinati per risollevare le proprie fortune.

Charles Spencer Churchill, Duca di Marlborough, sposò Consuelo Vanderbilt, la figlia del magnate delle ferrovie americane. Non fu un matrimonio d’amore e finì con l’annullamento. Tuttavia, la generosa dote di Consuelo permise al duca di restaurare Blenheim Palace. Durante la prima guerra mondiale, l’edificio fu adattato per ospitare Women’s Land Army, un’organizzazione civile fondata nel 1917 per portare le donne a lavorare nell’agricoltura, in sostituzione degli uomini che combattevano in guerra.

Il Blenheim Palace è stato aperto al pubblico nel 1950 e, sebbene Charles James Spencer-Churchill, dodicesimo duca di Marlborough, viva ancora in un’area privata del palazzo, sia i terreni che alcune aree del palazzo sono aperti al pubblico. Il palazzo ha un ruolo  di spicco nella comunità locale ospitando molte attività commerciali del luogo, offrendo attività per famiglie e abbonamenti annuali convenienti per i residenti dell’area.

Il parco di duemila acri comprende giardini e aree di divertimento con i loro deliziosi sentieri tortuosi, templi e cascate. Nel 1908 Winston Churchill portò la sua futura moglie Clementine Hozier a fare una passeggiata nel Rose Garden di Blenheim. Sorpresi da un acquazzone, si ripararono nel Tempio di Diana, dove Churchill le fece la proposta. Il loro fu un matrimonio affettuoso anche se intenso, poiché Churchill fu primo ministro durante la Seconda guerra mondiale. Il tempio e il roseto sono ancora oggi visitabili, insieme ad una piccola area commemorativa dedicata a Churchill.

                                                                       Patrizia Lazzarin