DALL’AFRICA A PARIGI. DELPHINE DESANE DENTRO UNA GRANDE FIERA.

Delphine Desane, Untitled

Nella Parigi che non smette mai di far sognare, mito cristallizzato  che vive all’interno del nostro immaginario, si svolge per la prima volta 1-54 Parigi da Christie’s,  in Avenue Matignon, poco distante dai Champs-Élysées, e  in contemporanea diventa visibile online. È un’opportunità imperdibile perché i  visitatori di ogni parte del  pianeta possono scoprire  molte opere di importanti artisti contemporanei provenienti dall’Africa e dalla sua diaspora, esposte dalle 20 gallerie di profilo  internazionale  che hanno aderito al programma.‎L’impossibilità di  tradurre in realtà l’edizione Marrakech  2021 per le normative Covid, si è tramutata nell’occasione di una fiera unica a Parigi, in collaborazione  con Christie’s dal 20 al 23 gennaio. Al di la delle apparenze di una soluzione, in primis, mondana come essa appare a prima vista, questo avvenimento si preannuncia come un’opportunità di approfondimento con molte opere e una miriade di conversazioni. 1-54 Forum è infatti anche  un programma della fiera costituito da  talk, proiezioni, performance, workshop e letture,  curato da LE 18 ‎, uno spazio artistico multidisciplinare nel quartiere antico di Marrakech.

Fra le  tante  interessanti figure di artisti merita  di soffermarsi su  Delphine Desane, una scoperta recente anche la sua apparizione nel mondo artistico, che diventa  pittrice dopo aver lavorato per anni  nella  grande moda. Lei ci offre una  lezione di stile  che  è maturata e cresce ancora, grazie ad una  sensibilità  attenta a  cogliere con forza il senso dell’essere donna e del suo  camminare sulla Terra. Una consapevolezza di cui  ha scelto di farsi  interprete. Un’operazione di svelamento o a volte di traduzione  che lei crede ogni artista potrebbe effettuare perché chi guarda un’opera d’arte cerca anche di comprendere, attraverso di essa, i significati e i valori dell’esistenza. Il passato ci mostra infatti che potere e arte e la loro simbologia sono stati una coppia vincente nei millenni: dai faraoni egiziani alle corti rinascimentali e alle tante svariate forme di collezionismo.

Il nostro viaggio si concretizza ora attraverso gli occhi della pittrice  e di quelli delle protagoniste dei suoi quadri. Sguardi vividi e volti  di un colore nero intenso, senza quasi sfumature, unici nei loro profili che sembrano nascere dal recupero di antichi archetipi umani. Un colore viscerale che non fa sconti: nasce dalla percezione dell’altro che ti sta accanto, che ti passa vicino sul marciapiede, appoggiato dentro l’autobus o mentre, tu distratto,  ti rivolge una domanda. Volti concentrati, silenziosi e  muti che rivelano mondi non scontati, dove le grandi bocche rosse, più o meno chiare, più o meno scure che a volte sembrano aprirsi ad un leggero sorriso, e a volte sono fisse nella loro immobilità, pongono degli interrogativi.  L’artista nata in Francia da genitori tahitiani, abita ora a New York. Ha una laurea in Fashion Design  e dopo la maternità si è dedicata alla pittura. Alcune sue creazioni sono diventate la copertina di Vogue Italia nel  gennaio 2020. Di recente ha completato una residenza d’arte a Oaxaca in Messico, dove vive una delle più grandi comunità afro-messicane.

Sono soprattutto quelle donne che ha recentemente incontrato il soggetto preferito dei suoi quadri. Una femminilità nera che introduce una nuova narrazione, peculiare al suo vissuto. I quadri senza titolo aggiungono ulteriore mistero a quei volti enigmatici che ci attraggono perché diversi, intenti a raccontarci una storia differente da quella più nota. Ci sono tasselli mancanti nell’immaginario comune: nella sua storia  e in quella della gente di colore. Essi hanno bisogno di essere introdotti per ricostruire un’identità e un senso di appartenenza. Potremmo riassumere tutto questo anche con tre  parole: rappresentanza nel mondo. Il suo racconto vuole spiegarci cosa significa come donna nera muoversi nel mondo rispetto ad una donna bianca.

Spiega Delphine: “Quello che vedo e quello che sperimento come donna nera è davvero diverso per me, rispetto ad una persona bianca. Penso che l’artista possa e debba dimostrarla la sua esperienza personale del mondo e  semplicemente mostrarla su una scala più ampia perché le  persone possano capire e vedere cose diverse e avere consapevolezza.‎” E la forza e l’intensità di quei corpi lo spiegano nella loro bellezza e nella loro integrità. Nata nel 1988 Delphine Desane ha iniziato a lavorare con Vanessa Reid e  nei primi due  anni è vissuta tra Parigi e Londra e poi si è trasferita in Italia dove ha lavorato per Miu Miu e Prada. Durante la collaborazione con la stilista Marie Amélie Sauvé  ha capito di preferire New York per viverci. Ha scoperto poi con la maternità l’arte. Alcune opere come Georgia, Madre dei Tre‎‎ e ‎‎Senza titolo,‎Viaggio verso Utopia I  continuano nell’ispirazione le realizzazioni che ha creato per la copertina di Vogue: nelle immagini una delicatezza e a volte trasparenza che incanta e fa riflettere dentro una tavolozza di contrasti luminosi di colori nero, rosso, avorio ed azzurro. E poi  una cascata di forme che assumono a volte quasi una sensibilità tattile.

                                                                                 Patrizia Lazzarin