ANNA KARENINA, UNA DONNA SENZA TEMPO

Lo sferragliare di un treno che annuncia  una  morte non attesa e voluta, apre e chiude Anna Karenina, il dramma tratto dal romanzo dello scrittore russo Lev Tolstoj  e che viene rappresentato in questi giorni al Teatro Toniolo di Mestre. Ultima serata di tre, per apprezzare il talento dell’attrice Galatea Ranzi che ha ricevuto numerosi riconoscimenti per le sue capacità interpretative. Una passione travolgente, in una successione di accadimenti, ha animato i personaggi   Anna e Vronskij  che abbiamo visto mossi da un sentimento che supera le convenzioni dell’epoca.

La scenografia dal carattere cinematografico,  in cui  le immagini degli amanti e del loro amore scardinavano il perbenismo e  l’ipocrisia  della società del tempo, sfiorava le corde della nostra percezione. Amore, paura, autolesionismo erano le diverse sfumature di una passione che diventava ragione di vita.

Il regista Luca de Fusco in questa piece che ha anche l’adattamento di Gianni Garrera ci pone davanti agli occhi tre tipi di coppie che incarnano diversi aspetti del sentimento amoroso e del legame coniugale.

Galatea Ranzi nelle vesti di Anna Karenina nel suo desiderio di vivere pienamente la propria vita travolge le difese del proprio io, sofferente dell’incomprensione della società ottocentesca che non accetta la sua separazione dal marito. Sempre più sola, timorosa ancora della sincerità del suo amante, il militare Vronskij, alla fine in una lotta  che appare immane e impossibile,  contro timori che diventano gigantografie del dolore, si arrende alla vita …

Accanto all’amore maledetto di Anna, si scoprono i compromessi dichiarati del menage familiare di Oblonskij e Dolly e l’amore quieto di Kitty e Levin.

Le domande sulla natura del sentimento che unisce gli individui e  sulla natura delle  convenzioni sociali possono, riadattate, diventare ancora oggi materia di discussione in grado di conservare  una loro pregnanza e in parte attualità. Qualcuno sulla scena  dirà: quando un amore finisce si trasforma in odio. E su questo ci sarebbe molto da riflettere nella nostra società che da più parti viene definita ancora in parte patriarcale.

Il dramma ha un buon cast di attori: Stefano Santospago interpreta il ruolo di Oblonskij, Paolo Serra  quello di Karenin, Giacinto Palmarini  è Vronskij, Francesco Biscione è Levin, Debora Bernardi la vediamo nel ruolo di Dolly,  Irene Tetto è  Lidija, Giovanna Mangiù è Betty  e Mersilia Sokoli  interpreta Kitty.

 Il regista De Fusco ha spiegato il progetto che articola la messa in scena di Anna Karenina. Abbiamo deciso di non nascondere l’origine letteraria del testo, ma anzi di valorizzarla. Al di là dei dialoghi, le parti più strettamente narrative e i commenti di Tolstoj sono interpretati dagli stessi attori. I pensieri dei personaggi sono invece detti dai personaggi stessi, seguendo la lezione di Ronconi del Pasticciaccio e configurando degli “a parte”, tipici del linguaggio teatrale, come lo stesso coro. A queste tecniche puramente teatrali ho aggiunto un montaggio veloce, cinematografico, composto di  molte brevi scene e contrassegnato dalla grammatica visivo – musicale, ormai consueta nelle mie regie”.

                                                                        Patrizia Lazzarin