AD UNO SCULTORE IL NUOVO PREMIO GINA LOLLOBRIGIDA

In una Venezia solare, nell’effervescenza del clima creato dallo svolgimento del Festival del Cinema, stamani al Lido, all’Italian Pavillon, è stato assegnato il nuovo premio intitolato a Gina Lollobrigida, attrice, ma anche fotografa e scultrice, con importanti riconoscimenti in Italia e all’estero,  come  anche la mostra che si è svolta lo scorso anno presso l’Istituto Centrale per la Grafica  a Roma, ha messo in luce. Il riconoscimento che nasce  dalla collaborazione  fra il Ministero della Cultura e Cinecittà,  proprio per ricordare una delle più grandi interpreti del nostro cinema, è stato conferito  in occasione dell’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

 Un’immagine iconica entrata nei cuori degli italiani di un dopoguerra duro  per le difficoltà di ripartire quasi da zero, è sicuramente quella che  ritrae Lollobrigida in sella all’asino Barrone, mentre viene immortalata nel film Pane Amore e Fantasia, la pellicola del 1953 diretta da Luigi Comencini, dove recita al fianco del grande Vittorio De Sica. Una  parte che  la consacrerà star internazionale  con  una nomination ai “British Academy Awards” come miglior attrice straniera e che le aprirà le porte di Hollywood. Sette David di Donatello, un Golden Globe, due Nastri d’Argento e, nel 2018, la stella sulla celebre Walk of Fame di Los Angeles, tuttavia  Gina Lollobrigida non è mai stata premiata  a Venezia, pur avendovi partecipato diverse volte con i suoi film.

 Per questo il premio a lei intitolato ha l’obiettivo di saldare per sempre il nome di Gina alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica organizzata dalla Biennale di Venezia, ha sottolineato  il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni che, assieme alla Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia, al Presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, al  Presidente di Confindustria Federorafi, Claudia Peserico, in un incontro moderato dalla giornalista del Sole 24 Ore, Cristina Battocletti, hanno raccontato le ragioni e le finalità di questo premio.

Un riconoscimento che, come ha anche spiegato il presidente della Biennale, ha un carattere multidisciplinare  e che  verrà assegnato annualmente a un talento nei campi dell’arte, della fotografia, della pittura, della scultura, della moda, del design e naturalmente del cinema.

Quest’anno il premio è andato a Iago, scultore come anche Gina Lollobrigida, e che è stato giudicato da più parti, nonostante la sua giovane età, il nuovo Michelangelo. Dopo il 2016,  anno della sua prima mostra personale a Roma,  Iago ha vissuto e lavorato in Italia, Cina ed America. È stato professore ospite alla New York Academy of Art, dove ha tenuto nel 2018  una master class e diverse lezioni. Ha ricevuto  numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali tra cui nel 2013 il premio Gala de l’Art di Monte Carlo, il premio Pio Catel nel 2015, il Premio del pubblico Arte Fiera nel 2017 e nello stesso anno  l’investitura come Mastro della Pietra al MarmoMacc.

Egli ama scavare,  dentro il mondo e dentro le cose, come quando recupera i sassi del fiume per ritrovarci al loro interno  nuove immagini. La Venere di Jago, pseudonimo di Jacopo Cardillo, come anche altre opere First Baby o Habemus hominem restituiscono la forza e la fragilità dell’essere umano. 

Con la regia di Luigi Pingitore è uscito pochi giorni prima dell’inizio dell’estate nei cinema italiani il film a lui dedicato che si intitola Jago. Into the white. Una pellicola con Jago, Giovanni Allevi, Nancy Brilli, Vittorio Sgarbi e Patrizio Rispo. Essa racconta quali sono i sogni, i viaggi e le ambizioni di quello che viene considerato lo scultore del secolo.

Il premio realizzato da Confindustria FEDERORAFI e consegnato a Jago è stata una statuetta in bronzo placcata in oro 24 carati con bordature in micro diamante e applicazioni in smalto bianco madreperlaceo. Essa  simboleggia l’eleganza e la luminosità di una figura femminile in abito da sera, una qualità che ha contraddistinto Gina Lollobrigida  durante tutta la sua carriera artistica.

                                                                Patrizia Lazzarin