BAJ chez BAJ

Enrico Baj,  fondatore a Milano del Movimento dell’Arte Nucleare con Sergio Dangelo nel 1951   e uno dei maestri della neoavanguardia italiana e internazionale, è protagonista di  un’ampia retrospettiva a Palazzo Reale nella Sala delle Cariatidi, a cent’anni esatti dalla nascita e  a dodici anni dall’esposizione, nella stessa sala, de I Funerali dell’anarchico Pinelli. Nel 1953  con Asger Jorn  egli costituì il Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista, schierandosi contro la razionalizzazione e la geometrizzazione dell’arte.

L’esposizione che apre domani è stata progettata per ripercorrere tutti i temi e i soggetti della sua lunga e complessa esperienza. Viene promossa dal Comune di Milano-Cultura ed è  prodotta da Palazzo Reale con Electa, con la curatela di  Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj. Le opere che vedremo sono circa  cinquanta  e interessano un arco temporale che va dai primi anni Cinquanta fino all’inizio del Duemila. 

In mostra sperimenteremo visivamente  le fasi di ricerca e di adesione ai movimenti del tempo del nostro: dal recupero del Dadaismo e del Surrealismo ai modi dell’arte Informale, dalla vicinanza al gruppo nordico di Co.Br.A alla genesi del movimento dell’arte Nucleare che, come dicevamo sopra  Baj fondò a Milano con Sergio Dangelo.

I suoi personaggi, entrati nell’immaginario comune, come le Dame e i Generali, gli Ultracorpi, gli Specchi, i Mobili e i mostri dell’Apocalisse animano una giostra di creature frutto dell’universo immaginifico di un artista che ha fatto dell’ironia e del grottesco una chiave per scardinare il conformismo borghese. La sua  estetica del ninnolo e della passamaneria, delle nappe e dei bottoni lucidi come mostrine sui petti gonfi dei suoi militari blasonati, è il filo conduttore destinato a cucire, per sezioni, i temi giganteschi della poetica di Baj, liberati da una rigida sequenza cronologica e di genere, con continui rimandi fra arte e letteratura, colori e parole, seguendo una sorta di sceneggiatura che, anche  come vedremo nell’esposizione, suggerirà allo spettatore un tempo e uno spazio teatrali.

Il percorso espositivo a Palazzo Reale  comprende dieci  sezioni. Il viaggio nel mondo di Enrico Baj è arricchito da una geografia personale, fatta di luoghi, episodi, incontri, prevalentemente ambientati sullo sfondo di una Milano passata dal boom economico agli anni di piombo e dai capricci della “Milano da bere” al nuovo millennio.  Si intrecciano vita e arte: dalle strade di casa, in via Teullié e nello studio in via Bertini, agli anni della formazione in Brera, dagli spazi culturali, come il San Fedele che vide la nascita delle pittura nucleare, fino alla galleria Marconi, cenacolo fervido di stimoli e relazioni.

Ad accogliere i visitatori nella sala del Lucernario, la ricostruzione scenografica dell’Apocalisse, un assemblaggio di figure immaginarie e oniriche in un polittico di quasi 100 metri quadrati, allestito in altezza, come ad evocare un’abside, ispirato idealmente al Giudizio Universale michelangiolesco, qui punteggiato di demoni goffi e beffardi, arrampicati  fino al soffitto. Si susseguono le Opere nucleari, gli Ultracorpi, le Parate, I funerali dell’anarchico Pinelli, i Generali, i Meccano, i Mobili, gli Specchi e le Dame.

I funerali dell’anarchico Pinelli rappresentano un capitolo di svolta fondamentale nel lavoro di Baj, in direzione di una narrazione sempre più scenografica.  I Funerali tornano a Palazzo Reale, a distanza di 12 anni dall’esposizione ‘in solitaria’ in sala delle Cariatidi e a 52 anni dalla loro realizzazione, in un allestimento inedito che li vede inseriti come un tassello essenziale nell’evoluzione dell’opera del maestro. Accanto ai Funerali, alcune opere picassiane e alcune citazioni fra cui due esemplari dell’Apocalisse che li ricollegano idealmente alla lezione di Guernica.

BAJ. Baj chez Baj è anche a Savona e Albissola Marina.  A Milano la rassegna chiude il 9 febbraio del 2025. La collaborazione scientifica tra Milano e Savona, tra i curatori e le istituzioni coinvolti ambisce a disegnare due itinerari autonomi, ma complementari, capaci di rendere omaggio al genio eclettico di Baj, documentati nel catalogo unico, edito da Electa.

                                                                  Patrizia Lazzarin